La Scuola di Anversa, il mondo dei Brueghel, il Paesaggio fiammingo del ‘500, sono solo alcuni esempi di ciò che troverete da noi.
Su specifica richiesta, possiamo proporre soggetti ed autori precisi, studiati per qualsiasi tipo di acquisto.
Svolgiamo anche il ruolo di consulenti/periti e siamo disponibili a valutare le vostre collezioni qualora siate interessati a vendere alcune opere.

Joos van Cleve




Il Maestro del Sint Anna-Hofje

Il Maestro delle Mezze Figure Femminili

Il Maestro di Bruxelles del 1520






David Teniers II

Willem van Nieulandt







Pieter Claesz
Joos van Cleve
Ritratto di uomo con cappello cremisi1530 circa
Olio su tavola
Cm 44,5x22,5
Expertise Peter van den Brink
Tra i massimi calibri della pittura fiamminga del ’500. Fulcro della sua attività fu Anversa, città nella quale visse ed operò pur compiendo diversi viaggi in Francia e, con molta probabilità, in Italia settentrionale (secondo alcuni, due volte) dove sono oggi conservate diverse opere certamente da lui eseguite. La pittura di questo “Leonardo del Nord” si caratterizza per il solenne respiro, dominato da una facilità e fluidità narrativa che esclude ogni rigore e scioglie con scorrevolezza entusiasta la più varia materia stilistica. Inventore fecondissimo, la sua bottega fu tra le più vulcaniche di Anversa. Si osservi il nostro enigmatico personaggio. Erto su uno sfondo smeraldino, ci guarda con attenzione penetrante, dedicandoci il suo sguardo. Un’espressione altera, quasi di sdegno, vuole farci intuire che siamo innanzi ad una persona che non teme di reggere lo sguardo, ma che anzi lo ricerca con consapevole senso di superiorità. La manica grigio-azzurra avvolge un braccio lungo e sinuoso, al termine del quale una mano in posa sofisticata regge una penna d’oca, in accordo con il foglio di carta e l’altra penna che si possono scorgere sul sottile bordo di legno in basso. Tali elementi sono emersi solo in fase di restauro a seguito di una lunga pulitura che ha restituito compiutezza al ritratto, permettendo di comprendere appieno la posa del personaggio. Tutto ciò, unito al costume peculiare, lascia ipotizzare che si tratti di un intellettuale, probabilmente un uomo di lettere, forse un poeta. Il berretto cremisi, l’elemento più bello della scena, è più vicino ad una professione relativa all’arte che al mondo mercantile, così come del resto l’espressione, troppo acuta per essere casuale. Non siamo dinnanzi ad un ritratto con scopi relativi ad un matrimonio o ad un’affermazione di censo, bensì ad una personalità che punta ad emergere per l’indubbia accentuazione caratteriale che colpisce subito l’osservatore. Contattateci per saperne di più.- Cornelis MassysPaesaggio con la Fuga in Egitto
olio su tavola
cm 23x32
1540 c.
Firmato col monogramma CMA
Expertise Luuk Pijl
«Sicuramente deve essere rimasto qualcosa del tempo in cui tutto il Mondo era blu.» L'uomo col garofano, Karen Blixen. - Lucas GasselPaesaggio con San Gerolamo
olio su tavola
cm 56x85
1540 c.
Opera firmata col monogramma
Expertise Peter van den Brink; si ringrazia anche Luc Serck per aver ulteriormente confermato la paternità dell'opera
Verso il 1500, il piccolo paese di Helmond, nel nord Brabante, dette i natali ad un pittore che seppe fare del gigantismo topografico un’opera d’arte. Gli anni sono quelli fertili del primo ‘500 e la strada è quella indicata da Padre Patinir e suo nipote, il Civetta, che un ristretto numero di pittori decise di percorrere con mezzi propri e propria velocità di passo. Nello sviluppo della pittura di paesaggio del ‘500, infatti, è sempre fondamentale scorgere e sottolineare le caratteristiche personali di quegli artisti che, pur nella sostanziale omogeneità di intenti e visioni, seppero declinare il tema con volontà personale. Se poche sono le notizie biografiche su Lucas Gassel (amico di Dominicus Lampsonius - e da lui istruito sulla geografia- protagonista di alcuni viaggi in Italia, forse residente a Bruxelles), nutrito invece è il corpus pittorico dell’autore. Una personalità artistica metodica e calcolata, meno eccentrica di Bles ma non per questo meno fantasiosa, fautore di creazioni originali e ripetute sovente in varianti autografe, dove l’architettura umana e quella orografica si alternano sotto l’egida di una perspicace inventiva, una consapevole capacità di immaginare soluzioni platealmente fantastiche ma armonizzate su un palcoscenico coerente: una storia fantastica narrata per immagini, in cui ogni capitolo spinge l’osservatore a voler leggere quello successivo, incuriosito da un cosmo di aneddoti legati tra loro da un’inspiegabile coerenza di fondo. L’importante tavola che qui presentiamo -eccezionale aggiunta al catalogo del pittore- è un saggio antologico dell’arte di Gassel. - Il Maestro di San NicolàsSan Michele
olio su tavola
cm 61x42
1480 c.
Expertise Isabel Mateo Gomez
Importante pittore della scuola Castigliana, il Maestro di san Nicolàs prende il nome dall’omonima chiesa di San Nicola a Burgos, nella quale si conserva la sua opera più significativa, una monumentale pala d’altare con un Giudizio Universale. Tra i più rilevanti testimoni della pittura pre-rinascimentale nella Penisola Iberica, l’autore è stato identificato sia con Diego del Corral e -più efficacemente- con Diego de la Cruz, pittore anversano-bruggense, ivi formatosi in una bottega di primaria importanza e trasferitosi poi a lavorare in Spagna prima dell’arrivo di Juan de Flandes in terra iberica. Lo stile dell’autore, capace di mescolare le migliori conquiste del linguaggio nordico internazionale con un inconfondibile estro castigliano, mostra un importante dialogo formale col Maestro di Sopetràn -anch’egli di probabile origine nederlandese- e con Jorge Inglès, il pittore inglese naturalizzato spagnolo. Con quest’ultimo avrebbe collaborato attivamente nella realizzazione di importanti cicli pittorici, dimostrando una mano non inferiore al collega, pur nei riconoscibili accenti del suo personale linguaggio che, nelle prove migliori, dialoga direttamente con Ingles. Il Maestro del Sint Anna-Hofje
Un Trittico: Adorazione dei Magic. 1535 - 40
Olio su tavola
Cm 88x90
Expertise Jan de Maere
Si ringrazia Peter van den Brink per aver ulteriormente confermato la paternità dell'opera. Su richiesta, un certificato verrà rilasciato.
Il Maestro prende il nome dal trittico conservato nel Sint Anna-Hofje di Leida ed è considerato tra i migliori seguaci di Pieter Coeck van Aelst.Il Maestro delle Mezze Figure Femminili
Virgo LactansOlio su tavola
cm. 38×29
c. 1520-30
Si ringrazia Peter van den Brink per aver confermato la paternità dell'opera. Su richiesta, un certificato verrà rilasciato.
Opera tipica dell'autore, con antologici raffronti di composizioni simili conservate nei principali musei del mondo.Il Maestro di Bruxelles del 1520
Un Dittico: Salvator Mundi e Vergine in Preghieraolio su tavola
cm 8,5x12,5 la coppia.
c. 1520
- Joris FraetAdorazione dei Magi
olio su tavola
cm 90x57
1520 c.
Expertise Peter van den Brink
Opera cardine nel catalogo dell'autore. Rarissimo pittore della scuola di Anversa, di cui fino ad ora si conoscevano soltanto un trittico ed un disegno -recante la firma- che è servito come schema preliminare per la nostra opera. Eccezionale per stato di conservazione, originalità compositiva e qualità stilistica, l'opera è un perfetto esempio della Pittura Fiamminga del '500. Contattateci per saperne di più. - Il Maestro del Figliol ProdigoLa Deposizione
olio su tavola
cm 111x72
1540 c.
Expertise Peter van den Brink
Al di sopra di un lenzuolo dai riflessi celesti, il corpo candido ed esangue di un uomo viene adagiato con dolcezza. Intorno a lui, quattro personaggi rivolgono i loro sguardi verso quella figura in cui solo le ferite tradiscono che la posa abbandonata e gli occhi socchiusi non indicano l’oblio del Sonno ma quello della Morte. Alle tinte gelide si alternano quelle squillanti del cremisi, del nero metallico, del violetto dei loro costumi e gli incarnati sanguigni e vividi dei loro volti. I chiodi e la Croce sanciscono l’episodio: siamo sul Golgota, fuori dalle mura di Gerusalemme, al cospetto della Deposizione di Cristo nel suo Sudario. L’autore dell’opera è il così detto Maestro del Figliol Prodigo, come fu battezzato da Georges Hulin de Loo, che nel 1909 intorno ad un dipinto conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna iniziò a costruire il catalogo ragionato di uno dei più affascinanti e caratteristici pittori della scuola d’Anversa della metà del XVI secolo. Il profilo artistico di questo Maestro è frutto di influenze variegate, a testimonianza di un cruciale momento di passaggio dalla raffinata enfasi della Scuola dei Manieristi di Anversa al più maturo spazialismo di Pieter Coeck van Aelst -del cui stile il Maestro può essere considerato il più intelligente depositario- responsabile a sua volta della consegna di tale eredità ad autori successivi, come Pieter Aertsen. Tra il 1540 ed il 1550 il Maestro deve aver diretto un’importante e prolifica bottega, a cui si devono alcune delle più note composizioni dell’epoca, di qualità talvolta eterogenea e discontinua, con ampio ausilio di assistenti e collaboratori. Tale differenza tra bottega e Maestro appare chiara quando si ha la possibilità di osservare opere pienamente autografe come la nostra, che può considerarsi tra le migliori prove dell’autore mai transitate sul mercato. - Frans Pourbus IRitratto di Giovane Uomo
Olio su tavola
cm 19x15
datato in alto a sinistra 1563
I ritratti di Frans Pourbus I dimostrano notevoli capacità di osservazione. Le caratteristiche dell'uomo nel nostro ritratto, con l'epidermide delicatamente modellata, il viso ovale, gli zigomi alti, il naso tondeggiante e gli occhi vivaci sono narrati con spiccato acume. Lo sguardo è diretto allo spettatore e lo segue con attenzione. Il ritratto nel suo insieme è un astuto studio psicologico di un uomo nel fiore degli anni, presumibilmente verso i trent'anni. Questo piccolo ritratto ha, inoltre, una prestigiosa provenienza: la collezione del Duca di Hamilton durante il XIX secolo e, successivamente, attraverso alcune nobili proprietà, una collezione romana patrizia. Tutti i passaggi di proprietà, dal 1882, sono documentati attraverso le etichette apposte sul retro del dipinto. - Monogrammista HSLa coppia male assortita
olio su tavola, cm 28x42,5.
Si ringrazia il Cranach Research Insitute ed il Dr. Peter Schmelzle per aver confermato la paternità dell'opera.
Opere di gusto squisitamente "cranachiano". Hans Stronmayer è principalmente conosciuto per la sua attività di incisore, mezzo espressivo nel quale era solito firmarsi con il monogramma HS. Allievo di Lucas Cranach I e suo abile seguace, il Monogramissta ama soffermarsi su temi particolari, stravaganti e anticlassici secondo quel tipico gusto tedesco del '500. - Jan Brueghel I e Hans RottehammerIl Trionfo di Nettuno ed Anfitrite
olio su tela
105x183 cm
1595 c.
Expertise Klaus Ertz
Monumentale opera dell’importante artista fiammingo Jan Brueghel I, in collaborazione con Hans Rottenhammer. Il dott. Klaus Ertz che ha analizzato il dipinto direttamente, attribuisce la paternitá a entrambi I pittori fiamminghi; Hans Rottenhammer e a Jan Brueghel Il Vecchio. Inoltre, afferma che le figure eseguite inizialmente sono state dipinte da Hans Rottenhammer, mentre il paesaggio, le rocce, gli alberi e gli animali sono stati eseguiti da Brueghel. Ertz specifica che tale ordine nell’esecuzione del dipinto é evidente nella rappresentazione delle foglie e dell’acqua, dove coprono le figure, come, ad esempio, nei due ragazzi a sinistra accovacciati tra i giunchi, dove le foglie sono state dipinte sopra le loro schiene nude. La collaborazione tra I due pittori inizió a Roma attorno al 1595 e probabilmente terminó circa nel 1610, periodo dopo il quale é difficile delineare la loro attivitá creativa. David Teniers II
Danza Contadinac. 1632 - 33
Olio su tavola
31,3x53,7 cm
Expertise Margret Klinge.
Opera eseguita nel primo anno di attività del Teniers II all'interno della Gilda di San Luca: l'opera può considerarsi come "esame di ingresso" nella corporazione e, pertanto, costituisce per importanza storica un saggio documentale di inestimabile valore.Willem van Nieulandt
Paesaggio con RovineOlio su rame
22 x 30 cm.
Con punzone di Peter Stas, 1605.
1605 ca.
. Paesaggio di fantasia liberamente ispirato alla Rocca di Tivoli, secondo l'usanza iniziata da Paul Brill, maestro di van Nieulandt. I colori smaltati, la vena di bizzarra immaginazione, il gusto per i dettagli aneddotici sono cifre tipiche del paesaggio fiammingo del primo '600.- Abraham Govaerts e Pieter van AvontSacra Famiglia con Angeli entro un Paesaggio
Olio su rame
Cm 37x47
1630 ca.
Expertise Klaus Ertz
Pittore paesaggista di prim’ordine, Abraham Govaerts è considerato tra i massimi rappresentanti della scuola fiamminga di inizio ‘600, vivendo ed operando ad Anversa con il ruolo di trait d'union tra le diverse personalità artistiche e collaborando con scioltezza e versatilità sia con i Brueghel, che con i Francken, che volentieri ultimavano la parte figurativa delle sue opere. In questo caso, le figure sono state realizzate da Pieter van Avont, specialista del settore. La nostra composizione risente chiaramente degli schemi e della grammatica figurativa di Jan Brueghel I: il colore acceso, freddo e metallico, con una piacevole predominante del verde e del blu, permette di collocare l’opera in una fase iniziale dello stile di Govaerts, ancora parzialmente vicino ai dettami della così detta “Scuola di Frankenthal”, quella particolare corrente artistica formata da pittori specialisti di paesaggio, a cavallo tra fine ‘500 ed i primi decenni del ‘600. La variante di azzurri inscenata da Govaerts è formidabile, tanto da esser riuscito a conferire all’intera atmosfera del dipinto una tonalità diffusa, che trasmette una sensazione quasi surreale all’ambiente, come se si trattasse di una sfera d’acqua entro la quale è stata bloccata. Così, l’episodio evangelico del Riposo dalla fuga in Egitto diventa l’espediente per inscenare una natura dai colori squillanti, con ricchi accenti di turchese e verde acqua, valorizzati da una vasta gamma di dettagli naturalistici, dal roseto a destra, ai frutti in alto, dai cervi che si abbeverano nel cristallino specchio d’acqua ai porcellini d’India in primo piano, ognuno carico anche di significati simbolici: le rose sono simbolo di Maria. È l’indubbia capacità dello “stile Brueghel” di conquistare l’occhio con incredibile facilità, disciogliendo la più tipica materia stilistica con disinvoltura e metodo infallibile, cesellando i dettagli come in un lavoro da oreficeria e scegliendo sempre un accordo cromatico vibrante, con l’obbiettivo di sollecitare lo sguardo. I pingui putti che circondano la Sacra Famiglia, poi, aggiungono un ulteriore tono di delicatezza alla scena, attraverso un atteggiamento aneddotico e giocondo, ricco di joie de vivre. - Sebastian VrancxPaesaggio allegorico
Olio su tavola
Cm 24x34
1620 ca.
Expertise Luuk Pijl
All’interno di uno scenario dall’ampio orizzonte, lungo una strada tortuosa e incisa per mezzo di pennellate marcatamente grafiche, un gruppo di viandanti armati di lancia conduce una mandria di bovini verso la città che si scorge sullo sfondo. Al crocevia delle strade, si scorgono tre strutture differenti: un mulino, un tempietto votivo dedicato alla Vergine e -sinistro suggello- una collina destinata ad ospitare varie forme di pena capitale, una forca e la ruota. A contorno, due grandi alberi nodosi e secchi sono popolati da alcune gazze, mentre in lontananza si scorge un’intero stormo librarsi sopra la scena. In fondo, ove la luce del sole illumina il paesaggio con accenti di verde intenso, si intravede un arcobaleno. L’opera, che è tra quelle maggiormente vicine per stile e contenuto a Pieter Brueghel II, apre una parentesi di indagine sugli interessi del Vrancx per i soggetti storici e allegorici. Il periodo di attività del pittore, infatti, è quello delle Guerre di Religione (in particolare, quella dei Trent’anni ed i massacri Spagnoli in Belgio) e non mancano numerosi esempi di dipinti dedicati a battaglie, scorrerie di briganti e attacchi a carovane, in cui emerge forte l’aspetto legato alla violenza della guerra. La scena qui rappresentata, però, non si concentra su un momento bellico o sull’assalto dei briganti, ma al contrario ritirare un gruppo di uomini avanzare verso la luce e l’arcobaleno della città. La Guerra è finita, dunque, per lasciare spazio alla Pace. Le lance tenute in mano non serviranno più per offendere, ma per guidare i capi di bestiame. Al crocevia delle strade -che sono quelle del Destino- il Pellegrino incontra la Fede (rappresentata dal Pilone Votivo), si lascia alle spalle la Guerra (la collina dei supplizi) e scorge il Mulino alle porte della città (l’operoso lavoro dell’Uomo). Il Viandante in primo piano ci invita all’interno della scena voltandosi verso l’osservatore e suggerendo di approcciarsi al paesaggio con più sottile attenzione. La possibilità di molteplici piani di lettura non deve sorprendere, in quanto caratteristica tradizionale dell’arte fiamminga e, come visto, metodo gradito a Vrancx. Tuttavia, la nostra composizione non è nota in altre repliche autografe e pertanto costituisce un esemplare unico nel catalogo dell’autore, qui in grado di conciliare in un solo dipinto il genere del paesaggio, il soggetto storico e quello allegorico. - Jacob van HulsdonckCanestra di pesche e prugne
olio su tavola
cm 41x55
1625 c.
Si ringrazia Fred G. Mejier per aver confermato la paternità dell'opera
Archiviata presso RKD come Jacob van Hulsdonck.
Jacob van Husldonck nacque ad Anversa nel 1582. In giovane età, seguì i genitori in trasferta a Middelburg, dove quasi certamente ricevette una prima educazione al mestiere di artista. Quest’ultima si è a lungo ritenuta opera di Ambrosius Bosschaert, principale pittore di nature morte della città, ma, sebbene la sua influenza sia evidente su Hulsdonck, oggi si tende a credere che l’artista non sia mai stato un suo allievo diretto. Nel 1608 fece ritorno ad Anversa, dove visse ed operò per tutta la sua vita, entrando nella Gilda di San Luca proprio quell’anno. La personalità artistica di van Hulsdonck è indissolubilmente legata alla particolare sotto- categoria delle nature morte di frutta, genere nel quale può forse considerarsi il massimo rappresentate d’oltralpe. Partendo da un’impostazione spaziale rialzata e volutamente rigida, l’artista arriva a creare sontuose composizioni che si caratterizzano per la volontà di stipare il massimo numero possibile di frutta all’interno di un contenitore, in modo da trasmettere subito la sensazione di pienezza e delicato equilibrio. In lui sono evidenti influssi di Osaias Beert e Jan Brueghel I, in particolare nell’abilita di rendere le differenti superfici e gli spessori materici di limoni, pesche, foglie, cortecce, fibre e così via. - Dirk van HoogstratenUna Tronie: Plutone
Olio su tavola
Cm 30,5x23,5
Opera firmata col monogramma DvH
1635 ca.
Enigmatico artista membro della famiglia Van Hoogstraten (ancora oggi esistente), figlio di un pittore e, a sua volta, padre del celebre artista Samuel van Hoosgtraten che, prima di divenire allievo di Rembrandt, avviò la sua formazione artistica col padre Dirk a Dordrecht fino al 1640, anno in cui è documentata la morte di quest’ultimo. Pittore dagli interessi variegati, formatosi come orafo ed incisore, il suo corpus pittorico è costituito da poche opere firmate (col monogramma o più raramente con la variante estesa del cognome) attorno alle quali si è cercato -specialmente grazie agli sforzi dell’omonima fondazione dedicata ai pittori della famiglia- di ricostruire un catalogo ragionato con lo scopo di tracciare il profilo di un tipico artista della Golden Age olandese. Come accennato, la varietà dei temi trattati compone un ventaglio variegato che si accompagna ad uno stile versatile pur nei marcati segni di riconoscimento stilistico. In campo figurativo e religioso, lo stile di Hoogstraten mostra un eclettico utilizzo di fonti artistiche ed iconografiche disparate, con stimolanti e chiari riferimenti a Pieter Lastman, ai figurativi della scuola di Utrecht (Abraham Bloemaert in particolare) e ad una certa cultura luministica di influenza caravaggesca. - Joos van CraesbeeckLo Schiacciapulci
Olio su tavola
Cm 25x19
1640 ca.
Pittore e panettiere, Joos van Craesbeeck nacque in una piccola cittadina tra Bruxelles e Maastricht all’inizio del XVII secolo. Nel 1631 è documentato come cittadino di Anversa, ove iniziò ad esercitare l’attività di fornaio assieme allo zio, mentre dal 1633 in poi iniziò gradualmente a dipingere sotto la protezione della Gilda dei pittori di Anversa. Il cambio graduale di carriera non deve stupire, se si considera il nutrito elenco di pittori che esercitavano più mestieri contemporaneamente ed il legame d’amicizia della sua famiglia con David Teniers. Tuttavia, la svolta avvenne grazie alla conoscenza di Adriaen Brouwer, che divenne suo maestro in cambio di vitto e alloggio e che ne influenzò potentemente l’immaginario visivo e la predilezione per alcuni temi. Craesbeeck, infatti, è tra gli autori fiamminghi che maggiormente seppero elevare la cosiddetta "pittura di genere", attraverso uno stile peculiare, un'elevata abilità tecnica e la formidabile capacità di plasmare le più svariate declinazioni caricaturali della figura umana. - Kerstiaen de KeuninckPaesaggio montuoso con Tobiolo e l'Angelo
olio su tavola
cm 81x120
1620 ca.
Arcaico paesaggista di Anversa nello stile di T.Verhaecht e R.Savery. Dipinse preferibilmente paesaggi montuosi boscosi con grandi piante, vallate talvolta animate da piccole figure Bibliche in primo piano. Sua caratteristica è la lumeggiatura che nel paesaggio ha una serie di raggi obliqui lucenti che a loro volta intersecano il cielo creando cosi una atmosfera irreale e fantastica. A differenza di Jan Brueghel il Vecchio, che era una figura di spicco nello sviluppo della pittura paesaggistica realistica, Kerstiaen de Keuninck continuò la tradizione fiamminga di scenari di montagna immaginari che discendevano da Patinir. Questa grande veduta panoramica, dominata da fantastiche montagne e formazioni rocciose, è una delle prime opere dell'artista e probabilmente fu dipinta ad Anversa. Illustra la sua preoccupazione per gli effetti pittorici contrastanti - come i passaggi appesantiti da una vernice opaca in contrapposizione con aree disegnate con un tratto molto sottile - e con motivi audaci come lo spruzzo d'acqua formato dal tocco del pennello. In questo artista, a differenza di autori come Martin Ryckaert, la Natura è caratterizzata da un’atmosfera sovrastante, in cui le figure umane si perdono lungo sentieri tortuosi, alle pendici di formazione rocciose immense, ben oltre il plausibile, senza troppa attenzione per le proporzioni, ma anzi con estro volutamente accentuato: l’obbiettivo è sottolineare gli aspetti più selvatici della Natura, vista come elemento difficilmente domabile e come simbolo -di sapore biblico- dell’insignificanza dell’Uomo rispetto al Cosmo. Pieter Claesz
Natura morta con Roemer, pane, frutta e coppa sbalzataOlio su tavola
cm. 63,5×82.
Firmato e datato1645.
Archiviato presso RKD (come Pieter Claesz).
Imponente saggio pittorico del Claesz verso la maturità artistica, accostabile agli esiti migliori del periodo e notevole per sontuosità compositiva, ricchezza dei dettagli, gramme cromatiche argentate e fluidità della pennellata.